Non autosufficienza e cronicità: come sono assistiti i malati?
Il 30% di italiani conosce o è coinvolto nelle cure di non autosufficienti
Nel 58% dei casi, gli italiani gestiscono a casa le cure dei familiari non autosufficienti
In oltre 2 casi su 5, badanti e infermieri vengono scelti attraverso passaparola
Il 44% degli italiani valuta un'assicurazione sanitaria per non pesare sul bilancio della famiglia
Tecnologia ancora troppo poco utilizzata nella gestione delle patologie croniche
Il 45% di chi assiste non autosufficienti non sa cosa sia il Telemonitoraggio
La popolazione italiana è tra le più vecchie del mondo: un
dato che ha molte ricadute sul piano economico e sociale. Tra
queste, una delle più impattanti è legata al gran numero di persone
non autosufficienti, o affette da malattie croniche, che necessitano
di specifiche attenzioni a livello quotidiano. In particolare,
un italiano su tre (30%) è personalmente a
conoscenza, e
spesso direttamente coinvolto nelle cure, di un proprio caro o
amico che vive in una situazione di non
autosufficienza.
Lo rileva l’Osservatorio Sanità di UniSalute1 realizzato con
Nextplora per indagare le abitudini degli italiani in ambito di
salute e prevenzione.
Ma chi si prende cura direttamente delle persone non
autosufficienti? Per più di un italiano su due
(58%) la
gestione dei propri cari non autosufficienti deve avvenire
all’interno delle mura domestiche. Una quota molto
alta, sicuramente legata alla tradizione e alla cultura del nostro
Paese, in cui la famiglia è protagonista del sistema sociale,
dovendo però anche far fronte a importanti impegni economici e a
questioni di sicurezza e fiducia. Nello specifico, infatti, in oltre
un caso su tre (36%) sono direttamente i familiari a prendersi cura
della persona non autosufficiente, mentre nel
22% dei casi,
le famiglie si fanno assistere da badanti.
Un aspetto, quello della fiducia nei confronti di badanti e
infermieri, che è evidentemente centrale, come dimostrano le
modalità utilizzate dagli italiani per cercare persone che possano
assisterli nel garantire le cure dei propri cari non
autosufficienti: nel 42% dei casi vengono scelte
persone in
base al passaparola tra parenti e amici, un metodo
tradizionale che però fornisce garanzie e tranquillità. Il 17% degli
italiani, in caso di necessità, si rivolge ad associazioni di
volontariato per trovare una persona che possa aiutare il proprio
parente non autosufficiente, mentre il 15% fa riferimento alle
agenzie del lavoro.
Come già accennato, spesso le famiglie decidono di
assistere autonomamente i propri cari non autosufficienti anche
per ragioni economiche, non potendo
permettersi strutture di
ricovero né personale di supporto in casa. La cura
continua di un malato rischia però di diventare lo stesso
insostenibile per le famiglie, oltre a richiedere spesso una
assistenza specializzata. È per questo che ben
il 44% degli
intervistati considera l’idea di stipulare una polizza sanitaria
che possa garantirli in caso di non autosufficienza
così da non dover pesare economicamente sulle spalle dei
figli in futuro.
Inoltre, a rendere quella dell’assistenza domiciliare una questione
di interesse nazionale vi è anche l’aumento di malattie croniche che
richiedono un monitoraggio costante dei parametri sanitari e cure a
domicilio. Un terzo degli intervistati
(33%), infatti,
dichiara che nella propria famiglia vi è almeno un malato di
diabete, mentre il 24% deve
essere di supporto
ad un familiare costretto ad affrontare malattie
cardiovascolari.
L’assistenza ai malati cronici è
affidata nel
23% dei casi a badanti o infermieri
che operano a
domicilio, mentre due volte su tre (67%) questo compito ricade
direttamente sui familiari del malato o dell’anziano.
Anche la tecnologia può venire
incontro alle
esigenze delle famiglie in situazioni di fragilità, per esempio
attraverso i servizi di telemonitoraggio
che
permettono un controllo quotidiano e regolare delle condizioni dei
malati cronici. Un’opportunità ancora poco conosciuta dagli italiani
alle prese con un familiare con questo tipo di patologie: tra
questi, infatti, il 45% ha dichiarato di
non conoscere
questi utili strumenti. Un dato che fa riflettere,
visto che il telemonitoraggio, assieme alle nuove tecnologie che si
vanno sperimentando, rappresenta, e rappresenterà sempre di più, un
mezzo valido ed efficace per facilitare la gestione direttamente al
domicilio delle patologie croniche.
Marzo 2021
1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2020 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.