Osservatorio Sanità UniSalute

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Covid: cosa chiedono gli italiani per la ripartenza?

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Covid: cosa chiedono gli italiani per la ripartenza?

COMUNICATO STAMPA

Covid: più controlli e tecnologia per la ripartenza

Il 92% degli italiani chiede tamponi per la diagnosi del Coronavirus

Il 68% ritiene importante l’uso di sistemi di tracciamento degli spostamenti

6 italiani su 10 considerano fondamentale l’uso di strumenti tecnologici in ambito sanitario

1 cittadino su 4 farà più screening e prevenzione

6 italiani su 10 faranno attenzione all’igiene anche dopo la fine dell’emergenza

Il 40% adotterà un’alimentazione più sana

L’epidemia Covid-19 sta rappresentando una dura prova per il Sistema Italia e per gli italiani. Nonostante l’emergenza non sia ancora alle spalle, il Paese comincia a gestire i primi passi verso le riaperture e l’approdo a quella che viene da tempo definita “nuova normalità”. In questa situazione, secondo gli italiani, giocheranno un ruolo fondamentale tecnologia e nuove soluzioni sanitarie.

È quanto emerge da un’indagine1 sul sentiment degli italiani sul lockdown realizzata da Nomisma per UniSalute nell’ambito dell’Osservatorio “Lockdown: come e perché sta cambiando le nostre vite”.

Tutto parte dalla possibilità di verificare lo stato di salute proprio e degli altri: secondo l’indagine infatti, il 92% degli italiani vede come importante, se non fondamentale, un’estensione del numero di tamponi effettuati per individuare i positivi al Covid-19. Il 73% vorrebbe poi si potesse ricostruire in modo sicuro ed efficace la rete di contatti di chi viene rilevato positivo.
Con riferimento alle azioni di contenimento della diffusione del virus in grado di garantire una sicura ripartenza, il 68% degli italiani considera determinante poter effettuare il tracciamento degli spostamenti individuali (attraverso un’app e/o il controllo dei dati telefonici), una delle misure di cui di più si sta dibattendo anche per motivi di privacy. Più di 2 italiani su 3 (68%) sono d’accordo anche nell’utilizzo di droni per monitorare gli spostamenti e i flussi di persone.
In generale, la possibilità di ricostruire la rete di relazioni delle persone positive al Covid-19 per permettere la quarantena preventiva dei soggetti con cui sono stati in contatto e quindi contenere il rischio di contagio, è un’azione importante da adottare per l’88% degli italiani.
La tecnologia potrebbe rivelarsi un valido alleato anche a livelli più direttamente sanitari, in particolare ampliando l’uso della telemedicina. Secondo il 61% degli italiani la tecnologia giocherà un ruolo importante nella gestione della sanità anche una volta superata l’emergenza Coronavirus. In particolare, il 67% crede che soluzioni come teleconsulto e videoconsulto siano fondamentali per monitorare le condizioni di salute di positivi o sospetti positivi al Covid-19.

Gli italiani – consapevoli che il sistema sanitario del Paese nel suo complesso è sottoposto da mesi ad un forte stress – ritengono che non si possa prescindere da una maggiore integrazione tra pubblico e privato, anche in relazione all’utilizzo della tecnologia. In tal senso il 57% degli italiani pensa che possa essere importante l’aumento della sinergia tra sanità pubblica e privata per supportare la diffusione della telemedicina così come il 60% della popolazione pensa che in questo modo si potrebbe favorire la diffusione delle pratiche di teleconsulto.
Le riflessioni degli italiani non riguardano solo il sistema sanitario ma anche le abitudini individuali: in particolare 6 italiani su 10 (58%) dichiarano che, anche una volta rientrata l’emergenza sanitaria, continueranno a fare una particolare attenzione all’igiene, usando con maggiore frequenza prodotti igienizzanti. Ci sarà grande attenzione anche per quelle pratiche che favoriscono il benessere fisico: il 40% degli italiani si propone di adottare un’alimentazione più sana, mentre 1 italiano su 3 (34%) ha dichiarato di volere dedicare più tempo allo sport e all’attività fisica. Per quanto riguarda i sistemi di precauzione il 71% della popolazione afferma che preferirà evitare luoghi affollati mentre il 66% pensa che cercherà di continuare ad adottare le misure di distanziamento sociale che sono state suggerite e imposte nelle ultime settimane.

Una crescita della prudenza che toccherà anche altri temi vicini a quelli della salute, come ad esempio l’ambito della prevenzione, con 1 italiano su 4 (23%) che dichiara di essere intenzionato, una volta terminata questa fase di emergenza, a sottoporsi ad un maggior numero di screening e di visite specialistiche.

“Stiamo vivendo una fase di straordinaria complessità anche per un sistema sanitario come il nostro che da sempre rappresenta un modello anche all’estero”, commenta Giovanna Gigliotti, Amministratore Delegato di UniSalute. “Colpisce positivamente la grande fiducia degli italiani nei confronti delle applicazioni tecnologiche in ambito medico, come telemedicina, teleconsulti, videoconsulti e nuovi metodi di assistenza domiciliare. In questo ambito l’integrazione tra l’esperienza della sanità privata e le esigenze del SSN può rivelarsi un
modello vincente di collaborazione. Come UniSalute crediamo fortemente nella complementarietà dei due sistemi e nel supporto che può derivare dalle nuove tecnologie: telemedicina, teleconsulto e videoconsulto sono servizi a cui i nostri clienti possono accedere da tempo e siamo convinti si dimostreranno sempre più importanti per il sistema sanitario italiano”, conclude Gigliotti.

“L’emergenza Coronavirus ha costretto gli italiani a compiere un avanzamento tecnologico per nulla immaginabile prima della pandemia” dichiara Silvia Zucconi Responsabile Market Intelligence di Nomisma “. Tra gli italiani è oggi forte la consapevolezza dell’importante ruolo che la tecnologia ricopre in tutti gli ambiti della vita quotidiana, e tra essi emerge quello della salute. La telemedicina ha quindi ora un canale di sviluppo aperto come mai in passato. È importante dar seguito a questa rinnovata digital attitude degli italiani con progetti in grado di proporre soluzioni semplici e concrete”, conclude Silvia Zucconi.

 

Maggio 2020

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma nel 2020 su di un campione di 816 cittadini italiani stratificato per fasce d’età (18-65 anni), sesso ed area geografica.

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