OSSERVATORIO SANITA’ UNISALUTE
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Malattie croniche e pandemia: la tecnologia come ha aiutato?
Malattie croniche e pandemia: la tecnologia come ha aiutato?
Malattie croniche e pandemia: la tecnologia come ha aiutato?
COMUNICATO STAMPA
Telemedicina e pandemia: controllo delle cronicità
Quasi un italiano su 3 con malattie croniche ha fatto più controlli grazie alla telemedicina
Il 34% degli intervistati ritiene la telemedicina utile per la gestione delle patologie croniche
Telemonitoraggio considerato utile dall’80% di chi ne fa uso
Per 3 su 5 le nuove tecnologie sono estremamente utili
Il 27% ha fatto un uso maggiore della telemedicina rispetto al passato
Il 51% è interessato a usare il telemonitoraggio
Durante le fasi più dure della pandemia, accedere a cure e
servizi sanitari si è rivelato per molti più difficile. Per chi
soffre di patologie croniche, però, poter
effettuare regolarmente controlli e visite con il proprio medico,
monitorando così l’andamento della malattia e dei trattamenti in
corso, è fondamentale. Le limitazioni degli ultimi due anni hanno
spinto molti a ricorrere alla telemedicina, una
modalità diagnostica e terapeutica che - stando ai dati dall’ultima
indagine dell’Osservatorio Sanità di
UniSalute1, realizzata in collaborazione con
Nomisma - è sempre più apprezzata tra chi deve
convivere con una patologia cronica.
La ricerca - che ha interpellato in particolare chi ha una patologia
cronica o assiste un familiare che ne soffre - evidenzia
innanzitutto come, nel periodo di maggior intensità della pandemia,
proprio la telemedicina si è rivelata un’alleata
preziosa per mantenere alti i livelli di prevenzione: quasi
un terzo dei malati cronici (29%) afferma infatti
di averlo fatto proprio grazie a televisite e
teleconsulti. Non a caso, la telemedicina è il tipo di
controllo che ha visto la maggior crescita, con il
27% del campione che dichiara di averne fatto un
uso maggiore rispetto al passato, e tuttora il 34% degli
intervistati la ritiene utile per la gestione delle
patologie croniche.
Molto apprezzati anche gli strumenti di
telemonitoraggio, ossia quell’insieme di soluzioni
tecnologiche che permettono di monitorare da remoto lo stato di
salute dei pazienti e l’andamento delle cure: ben l’80% di
chi utilizza questi strumenti li ritiene utili, con
quasi tre su cinque (59%) che si spingono a
definirli “estremamente utili”. Purtroppo, però, la
diffusione delle soluzioni di telemonitoraggio è
ancora piuttosto limitata, anche se la maggioranza (51%) si dice
interessata a utilizzarli o comunque a saperne di più.
Chi ha rinunciato ai controlli negli ultimi due anni lo ha fatto per
gli effetti diretti della pandemia: la paura di aumentare le
probabilità di contagio (53%) e le liste
d’attesa che si allungavano (47%) sono stati infatti i
motivi principali per rimandare una prestazione sanitaria.
A far crescere l’interesse per le soluzioni di
telemedicina, come detto, è stata soprattutto
l’emergenza sanitaria degli ultimi due anni, che ha accelerato la
digitalizzazione di tantissimi aspetti della nostra vita, compresi i
servizi alla salute. Con l’ulteriore spinta del PNRR, che dedica
oltre 200 milioni di euro proprio al potenziamento
della telemedicina e dell’assistenza
domiciliare, la diffusione dei servizi sanitari a
distanza dovrebbe aumentare notevolmente, a beneficio soprattutto di
quel 40% di italiani che, sempre secondo la ricerca
UniSalute, oggi soffre di una patologia cronica.
Febbraio 2022
1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma nel 2021 su di un campione della popolazione italiana stratificato peretà (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli.