DONNE ITALIANE E GRAVIDANZA

DONNE ITALIANE E GRAVIDANZA

Un'italiana su due preferisce uno specialista privato

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Un'italiana su due preferisce uno specialista privato

COMUNICATO STAMPA

Gravidanza e settore privato

il 52% delle donne in gravidanza preferisce uno specialista privato

Una su 5 non vive la gravidanza serenamente

Il 48% riscontra problematiche sanitarie

Il 32% evidenzia problematiche di natura economica

Quattro su 10 non seguono un regime alimentare specifico per la gravidanza

Una su 4 non svolge alcun tipo di attività fisica in gravidanza

La gravidanza è sempre un momento molto delicato nella vita di una donna, una fase di cambiamento che richiede attenzioni particolari e l’accompagnamento di professionisti sanitari lungo tutta la durata della gestazione. L’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute , condotta insieme all’istituto di ricerca Nomisma, ha voluto dunque indagare come affrontano la gravidanza le donne italiane, quali sono le loro preoccupazioni e se ci sono aspetti importanti che rischiano di venir trascurati.    

Un primo dato interessante è la preferenza per farsi seguire da un medico specialista privato, scelta che accomuna più di una donna su due (52%). Una su quattro si rivolge invece a un medico del settore pubblico (25%), e circa una su cinque a un consultorio territoriale (22%). Per i corsi preparto e di accompagnamento alla nascita la situazione si inverte: si preferisce invece il pubblico (72%) rispetto a quelli realizzati da privati (17%), e lo stesso avviene per il luogo del parto, con l’89% che sceglie l’ospedale pubblico.

Dalla ricerca emerge come la maggior parte delle donne (77%) non sperimenti particolari complicazioni durante la gravidanza; tra coloro che non vivono una gravidanza serena - circa una su cinque (22%) – le ragioni sono principalmente legate ad aspetti sanitari (48%), ma anche a motivi economici (32%). Indipendentemente dalle complicazioni, una su tre (32%) lamenta una peggiore qualità del sonno, definita scarsa (28%) o addirittura pessima (4%).

Dal punto di vista dei controlli, tra quelli di routine più trascurati ci sono l’ecografia con translucenza nucale e il bi-test/tri-test, effettuati rispettivamente solo dal 61% e dal 51% delle donne. La gravidanza richiede poi una serie di accorgimenti specifici, che però non sempre sono seguiti scrupolosamente: riguardo l’alimentazione, ad esempio, solo il 51% si attiene a un regime alimentare controllato, sia esso prescritto dal dietologo, dal ginecologo o dal medico di base, mentre quattro donne su dieci (40%) dichiarano di non seguire alcun regime alimentare specifico, e c’è anche chi si affida solo a consigli online (7%) o di amici e parenti (2%). Inoltre, circa una donna su quattro (24%) non svolge alcun tipo di attività fisica in gravidanza. Va meglio, invece, dal punto di vista dell’astensione da alcol e fumo, con una percentuale abbastanza limitata che dichiara di aver fumato (11%) o bevuto (12%) almeno qualche volta durante la gestazione.

UniSalute e Nomisma hanno indagato, infine, anche alcune scelte relative ai 12 mesi immediatamente successivi al parto. Nel primo anno di vita, la maggioranza (54%) porta o intende portare il figlio dal pediatra una volta al mese, nel 29% dei casi preferendo rivolgersi anche o esclusivamente a un pediatra privato. Oltre alla visita pediatrica generale, i controlli più effettuati nei primi 12 mesi sono l’ecografia dell’anca (71%), l’esame auxologico (53%) e il Boel test (46%). 
 

Bologna, 8 novembre 2022

Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma nell’estate 2022 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli